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Il serpente nella fonda

28. Il serpente nella fonda

28.
Passava una volta l’uomo di Dio con un compagno attraverso la Puglia e verso Bari, s’imbatte´ sulla strada in una grande borsa, chiamata fonda dai commercianti, gonfia di monete. Il compagno richiama l’attenzione del santo e con insistenza vorrebbe indurlo a prendere da terra la borsa, per darne il denaro ai poveri […] Il santo si rifiuta assolutamente e afferma che e` un’astuzia del diavolo. ” Non si deve, figlio,-dice- portare via cio` che e` di altri. Donare la roba altrui non merita gloria, ma va punito perche´ e` peccato”. Si allontanano poi, presi dalla fretta di terminare il viaggio iniziato. Ma il compagno, deluso nella sua pieta` poco illuminata, non e` contento e insiste nel proporre la trasgressione. Il santo accetta di ritornare sul luogo, non per fare quanto il frate desidera, ma per mostrare a quello stolto il mistero di Dio. E ritornati alla fonda, la vedono rigonfia di denaro. Il santo ordina che nessuno si avvicini, e si immerge in devota preghiera. Poi ritorna e ordina al compagno di sollevare la borsa che afferra. Ed ecco, un grosso serpente sguscia dalla borsa e rende palese al frate l’inganno diabolico. Concluse il santo: ” Il denaro, o fratello, per i servi di Dio non e` altro che il diavolo e un serpente velenoso”.
Tommaso da Celano, “Vita di san Francesco d’Assisi” II II XXXVIII 68