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La grafica d’Arte a Roma

La grafica d'Arte a Roma.

Come nasce una grafica d’autore? Alcuni cenni sulle tecniche dell’incisione, della litografia e della serigrafia per scoprire il grande valore delle tecniche di stampa d’arte.

Le tecniche attraverso le quali l’artista esprime la propria ricerca sono diverse ed estremamente affascinanti da conoscere. Volendo rimanere nel panorama di quelle realizzazioni dove rimane essenziale e imprescindibile il lavoro manuale e personalissimo volto al concepimento dell’opera, oltre alla pittura e alla scultura, ci preme segnalare al lettore il cosiddetto mondo della grafica d’arte, un universo autoriale di notevole rilievo sebbene, spesso, poco compreso.

A questo proposito, onde sgombrare il campo da tutte quelle realizzazioni foto-digitali (glicée, fine-art etc.), meramente riproduttive di immagini di opere d’arte, ci sembra chiara la definizione fornita nel 1964 dal Comité National de la Gravure di Parigi: “Sono da considerarsi incisioni, stampe e litografie originali gli esemplari tirati in nero e a colori, da una o più lastre interamente concepite ed eseguite a mano dall’artista stesso, qualunque sia la tecnica impiegata, ma a esclusione di ogni processo meccanico o fotomeccanico. Solo le stampe rispondenti a questa definizione hanno diritto al nome di stampe originali”.

L’implicazione diretta dell’artista, non solo nella concezione creativa del soggetto, ma anche nella pratica di stampa è una conditio sine qua non per definire tali opere “stampe originali”. Non vi è procedimento digitale o automatico che possa sostituire questo presupposto. È indubbiamente ammesso l’ausilio di uno stampatore professionista, purché non manchi la sorveglianza dell’artista.

“UNICITÀ” DELLE GRAFICHE D’AUTORE

Ma quindi, cosa hanno di così speciale le grafiche d’arte?

Possono essere considerate, a tutti gli effetti, prodotti d’autore, dal momento che l’artista non ne è solo ideatore ma esecutore in ogni fase di realizzazione. Il suo gesto incide o disegna direttamente sulle lastre destinate, solo in un secondo momento, alla stampa. Lui solo, talvolta in accordo con l’editore, sancisce il numero di esemplari della tiratura: l’edizione è limitata, tant’è che al termine della stampa, l’artista cancella o “biffa” la matrice, impedendone il riutilizzo. Un pezzo originale a tutti gli effetti, non propriamente “unico”, sebbene la numerazione e la firma autografa dell’artista connotino ciascun esemplare, frutto di un processo ad hoc e artigianalmente complesso.

Impariamo a leggere la grafica d’autore 

Ogni opera grafica d’autore, acquistata attraverso canali ufficiali come le gallerie d’arte, è ovviamente e a norma di legge accompagnata da un certificato che ne garantisce autenticità e provenienza. Ma, oltre a questo, molte informazioni possono essere lette direttamente sull’opera: indispensabili e subito individuabili sono il numero di tiratura, solitamente in basso a sinistra, e la firma dell’artista, tradizionalmente in basso a destra. Inoltre, un foglio di grafica cela anche altre preziose indicazioni che rivelano aspetti interessantissimi della sua storia. A ben guardare sempre nella parte bassa del foglio, potrà infatti capitarci di scorgere i cosiddetti timbri a secco. Questi possono indicare un ulteriore segno distintivo dell’artista, la stamperia in cui l’opera è stata realizzata e infine la società che ha finanziato e commercializzato l’edizione.

LE PRATICHE DELLA GRAFICA D’ARTE E LA LORO STORIA

Vediamo dunque, più nel dettaglio, le remote e affascinanti storie che si celano dietro queste complesse tecniche e capiamone le complesse procedure. In particolare tra le molte tecniche esistenti (xilografia, bulino, puntasecca, linoleografia, carborundum), desideriamo concentrarci su quelle più utilizzate dagli artisti del ‘900 e contemporanei ovvero l’incisione all’acquaforte e all’acquatinta, la litografia e la serigrafia.

L’INCISIONE: L’ACQUAFORTE E L’ACQUATINTA

L’incisione è una tecnica di stampa d’arte che consiste nel produrre dei segni (in rilievo o in cavo) su di una matrice solida che, una volta inchiostrata, viene impressa su di un supporto cartaceo o tessile per mezzo di un torchio, rilasciando la traccia del segno, riproducibile su più esemplari.

Le prime testimonianze della tecnica dell’incisione sembrano risalire alla preistoria e all’età classica quando, rispettivamente su materiali lapidei e ceramici, veniva inciso un motivo utilizzato per la decorazione dei metalli o delle pitture parietali. L’incisione è poi andata incontro a raffinamenti tecnici e a più specialistici utilizzi fino a consolidare la tecnica xilografica ampiamente utilizzata in ambito librario, accompagnando l’invenzione della stampa nella Germania del XV secolo.

Nella tipologia di incisione in cavo si annovera l’acquaforte, tecnica ampiamente utilizzata per risultati grafici monocolore. Consiste nel ricoprire la lastra metallica con una vernice grassa resistente agli acidi. Per mezzo di una punta d’acciaio, l’autore scalfisce la superficie conferendo il motivo artistico progettato, asportando la vernice e mettendo a nudo il metallo. La lastra viene successivamente immersa nell’acido (solitamente acido nitrico-acquaforte) che, con la sua funzione mordente, intacca la lastra in corrispondenza dei segni tracciati dalla punta d’acciaio. Alla prima morsura ne possono seguire di successive ripetendo ex novo il processo: questo permette di effettuare livelli di scalfitture sempre più profonde. Con un oculato competente utilizzo di questa strategia si possono ottenere interessanti effetti di chiaroscuro.

La tecnica dell’acquatinta, invece, è più indicata per la stesura di campiture di colore, meno per una chiara delineazione segnica. Per questa ragione viene spesso integrata con altre tecniche. La combinazione di acquaforte e acquatinta è spesso utilizzata per combinare la precisione del segno della prima con le possibilità cromatiche della seconda.

Illustrazione per Dialogo di un folletto e di uno gnomo | Renzo Vespignani
Renzo Vespignani, Illustrazione per Dialogo di un folletto e di uno gnomo, 1982, acquaforte cm 45x61
Giacomo e la Luna | Cynthia Segato
Cynthia Segato, Giacomo e la Luna, 2004, acquaforte cm 70x50
Estate | Salvatore Fiume
Salvatore Fiume, Estate, anni '80, acquatinta cm 50x60
Prime luci | Michele Cascella
Michele Cascella, Prime luci, anni '80, acquatinta cm 60x80

LA SERIGRAFIA

L’origine latina del termine (da sericum: seta) svela la composizione tessile delle matrici usate originariamente per questa tecnica. In effetti, la serigrafia, nasceva in tempi antichissimi come tecnica di riproduzione di motivi che si ottenevano per mezzo di un telaio in legno (oggi anche metallico) a supporto di una matrice in seta. L’origine più accreditata viene fatta risalire al X secolo nei paesi dell’Estremo Oriente. Evolutasi poi nei secoli, arriva ad avere grande notorietà nel Novecento grazie ad artisti iconici come Andy Warhol.

Nel documentario "Miaserigrafia" Angelo Colagrossi realizza l'opera "Casa e chiesa", serigrafia cm 50x70 in 120 esemplari.

Per la messa a punto di una stampa serigrafica, l’artista realizza il disegno in positivo su una lastra trasparente in acetato che viene disposta sotto il telaio. Quest’ultimo, trattato con una gelatina fotosensibile, viene sottoposto a una fonte di calore che indurisce solo le parti lasciate nude sulla lastra dall’artista, mentre quelle coincidenti con il disegno mantengono una consistenza morbida, tanto da poter essere rimosse con un getto d’acqua. Una volta ripulito, il telaio è pronto per il trasferimento cromatico: posto sopra il supporto dell’opera (carta, tela, tessuto etc.) il colore viene steso sotto la pressione della racla (una sorta di spatola) e, filtrando attraverso la fitta trama del telaio, restituisce il motivo e il colore pensati dall’artista. Ogni passata permette il trasferimento di un solo colore: si ripete l’operazione con più lastre per ottenere una serigrafia policromatica.

Casa e chiesa | Angelo Colagrossi
Angelo Colagrossi, Casa e chiesa, 2010, serigrafia cm 50x70
La notte è pronta per uscire | Enrico Benaglia
Enrico Benaglia, La notte è pronta per uscire, primi anni 2000, serigrafia su tela cm 81x64

LA LITOGRAFIA

Questa volta è il greco a svelare il materiale delle matrici alla base di questa tecnica di stampa. Il termine “litografia”, infatti, deriva da λίθος, lìthos, ovvero “pietra”, che è il materiale di cui sono composte le matrici atte alla realizzazione di queste grafiche (oggi è possibile riscontrare anche lastre litografiche in metallo o materiali sintetici). Il procedimento è stato inventato nella Germania del XVIII secolo e ha  avuto ampia diffusione in tutti i Paesi europei.

La fase preparatoria della litografia prevede la levigatura della pietra predisposta a matrice, a cui segue l’esecuzione del disegno, da parte dell’artista, direttamente sulla superficie lapidea che poi verrà rivestita da un sottile strato di acqua. Il tratto viene effettuato con particolari matite grasse e il disegno viene concepito in controparte rispetto alla resa finale che si vuole ottenere. La composizione grassa delle matite è fondamentale per la loro funzione idrorepellente. Infatti, nella fase di inchiostratura, il colore viene respinto dallo strato liquido sulla pietra e convogliato verso il tratto segnico delle matite grasse, che invece ha il potere di trattenere l’inchiostro profuso sulla pietra. Con il passaggio al torchio, dunque, il foglio predisposto ad accogliere l’opera grafica assorbe soltanto la parte inchiostrata corrispondente con il disegno delineato dall’artista. Al termine della torchiatura, il foglio viene lasciato asciugare e la litografia è finalmente pronta.

Don Chisciotte e i mulini a vento | Aligi Sassu
Aligi Sassu, Don Chisciotte e i mulini a vento, 1985, litografia cm 70x50
Ugo Attardi, Era regina, 1984, litografia cm 50x70

LA GALLERIA EDARCOM EUROPA E LA GRAFICA D’ARTE

La galleria Edarcom Europa si occupa di edizione e commercializzazione di grafica d’arte sin dalla sua fondazione nel 1974. Collaborando con le più prestigiose società editrici e stamperie d’arte di tutta Italia, tra le quali ricordiamo Espolito di Torino, San Zanobi di Firenze, Bora di Bologna e, a Roma, Grafiser, Caprini e Ferranti, la galleria Edarcom Europa costituisce negli anni un’importante collezione di incisioni, litografie e serigrafie di alcuni tra i maggiori artisti italiani e internazionali della seconda metà del Novecento e contemporanei. A tutt’oggi, la galleria vanta un catalogo di grafica d’autore unico per numero e qualità dei soggetti disponibili.

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